Ginevra

Questa è di certo la domanda che tutte, ma dico tutte, le coppie che cominciano un percorso pma si sono fatte almeno una volta nella vita. È una domanda alla quale, all’inizio, non esistono risposte. Ci si guarda semplicemente negli occhi e si versano le poche lacrime che ormai si hanno. Poi tutto cambia, poi cominci a frequentare la PMA e tutto cambia. Trovi risposte, non sempre belle (ma almeno sono risposte), trovi parole di conforto e parole di speranza, trovi sguardi di chi ti capisce e sa quello che stai provando. E trovi dottori, infermieri, per i quali i primi giorni hai soggezione, ai quali dai del Lei, che poi, col passare del tempo, diventano amici: diventano la Donatella, la Verena, il Pietro e l’Angelo. Ricordo il primo colloquio come fosse ieri, sono uscita dall’ambulatorio spaurita e un po’ scossa, ho guardato mio marito e ho detto:” IO non ce la faccio!” Lui mi ha guardato, mi ha abbracciato e mi ha detto:” NOI ce la faremo!” Nei lunghi mesi di tentativi, nelle lunghe giornate cominciate all’alba per andare a fare i monitoraggi e soprattutto dopo ogni negativo, ho sempre ricordato quelle parole e quell’abbraccio.
Sono sempre stati la benzina e la forza che ci ha fatto andare avanti. Che ci ha fatto sempre credere che anche noi, prima o dopo, a quella domanda iniziale, avremmo potuto RIDERE IN FACCIA. E finalmente ridiamo!  Ridiamo tutte le sere come i matti! Abbiamo riso per il suo primo singhiozzo in pancia, abbiamo sorriso la prima volta che l’abbiamo abbracciata, vedendo i suoi primi sbadigli, i suoi primi sorrisi, la prima volta che ha camminato.
E abbiamo dimenticato QUELLA domanda la prima volta che ha detto MAMMA E PAPA’ (e probabilmente tutti e due, di nascosto, abbiamo versato un ultima lacrima)

ginevra